Regina Ciclarum

I Bilancioni, alla foce del Tevere, come sulla costa dei Trabocchi, memoria vivente di un paese abituato a rimboccarsi le maniche. Oggi alla ricerca di un nuovo senso, contesi tra spinte al rinnovamento e l’ennesimo progetto di cementificazione. Chi vincerà?

foto di Bruno Patrignani

All’interno dell’Operazione Patronus – racconti dal basso, dopo la pagina dedicata  al VecchioFaro, condividiamo un approfondimento sui Bilancioni alla foce del Tevere, Finisterre della futura Regina Ciclovia Tiberina. Il VecchioFaro e i Bilancioni  intrappolati nella maledizione della LunaNera. Aiutateci a recuperare la memoria perduta perché questi luoghi tornino a vivere!

Architetture

“…Cosa ci dicono infine questi trabocchi sorpresi nel loro lirico incanto? Che l’opera umana è sempre macchinosa e fragile, basta un soffio per distruggerla. Ma proprio la sua fragilità è anche la ragione della sua resistenza: un poco sopra le onde, un poco sotto le nuvole, la “grande macchina pescatoria” sta a simbolizzare la patetica eppure grandiosa capacità dell’essere umano di credere nel futuro nonostante l’amarezza e la piccolezza del suo destino”. Dacia Maraini

cartolina dal passato

I trabucchi sono architetture effimere dalla precaria bellezza, icone del paesaggio costiero, archetipo del costruire efficiente, con materiali e maestranze locali, a costo zero.
Queste architetture assumono differenti denominazioni. Trabucco, Trabocco, bilancioni a seconda dell’area geografica di appartenenza:  Abruzzo, Molise, Puglia, coste laziali e romagnole, laguna veneta.

(i bilancioni di Ostia, ist.Luce)

La struttura del Trabocco, solida e robusta, è un ingegnoso esempio di sostenibilità: autocostruzione (frutto di sapienza costruttiva, tramandata oralmente), materiali locali e naturali (struttura in legno e canapa per le giunzioni), rispetto per l’ambiente e reversibilità (ogni elemento può essere rimosso senza danni all’habitat).

“non segue capricci né mode … si commisura alle dimensioni umane e ai bisogni umani, senza fronzoli, senza l’isteria del progettista…il semplice affidarsi a materiali edilizi locali garantisce il persistere di metodi costruttivi nobilitati nel tempo.” (B. Rudofsky)

Un’architettura spontanea, regionale, vernacolare, espressione del “genius loci” e magistrale sintesi costruttiva, che combina la semplicità dei materiali, con la complessità della concezione strutturale. Negli ultimi anni, anche grazie ad una forte promozione turistica, è in corso una capillare opera di riqualificazione dei trabucchi storici, alcuni scomparsi, altri ridotti a ruderi o impronte di carcasse marine.

(bilancione del Senato, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Testimoni della memoria collettiva e dell’identità marinara italiana, i Trabucchi sono antichi strumenti da pesca ideati dalle popolazioni locali per intercettare e catturare, restando a terra, i branchi di pesci transitanti lungo le coste (pesca “di posta”), senza andare per mare con le imbarcazioni. Evitando quindi tutti i rischi del maltempo.
Inizialmente erano solo passerelle – in legno e corde di canapa – con reti da pesca, poi si aggiunsero altri elementi costruttivi che resero, queste macchine, sì belle e complesse.

Il trabucco non ambisce all’eternità, alla supremazia tecnologica, ma egli volge con discrezione verso il mare.

“Non si pretende di vincere la natura, ma con essa si è scelto di andare a patti, arrendersi e rigenerarsi però con facilità” (F. Laner).

Perduta ormai la loro funzione originaria, quale fonte di reddito e sussistenza, dagli anni 70 si è assistito ad un progressivo abbandono: ridotti a relitti, carcasse di primitivi mostri marini, ma pur sempre ricchi di significati storici, impressi nella memoria di un tempo romantico. E portatori di conoscenze tecniche e tecnologiche, del costruire, espressione di abilità manuali e intellettive.
La loro funzione ha subito un cambiamento d’uso, da macchina da pesca a macchina al servizio del turismo balneare.

“La macchina pareva vivere d’una vita propria, avere un’aria e un’effigie di corpo animato. Il legno esposto per anni ed anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava tutte le fibre, metteva fuori tutte le sue asprezze e tutti i suoi nocchi, rivelava tutte le particolarità resistenti della sua struttura, si sfaldava, si consumava, si faceva candido come una tibia o lucido come l’argento o grigiastro come la selce, acquistava un carattere e una significazione speciali, un’impronta distinta come quella d’una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avesser compiuta la loro opera crudele”. (G. D’Annunzio, “Il trionfo della morte”).

Sono una testimonianza storica dell’identità popolare marinara, vanno perciò salvaguardati come tesori preziosi. La riscoperta di questa peculiare eredità architettonico-culturale ha indotto diversi Enti territoriali ad avviare azioni di tutela e di recupero. L’Abruzzo già dal 1994 ha emanato leggi ad hoc, la Puglia  nel 2015 si è espressa con una legge regionale che “riconosce i trabucchi storici ubicati lungo la costa pugliese quali beni patrimoniali di grande valenza identitaria e paesaggistica da salvaguardare, valorizzare, recuperare o ripristinare“.

(testo tratto da l’architettura dei trabocchi, Arch. Emanuele Meloni)

(i bilancioni nella StreetArt di Peri Helio a Fiumara Grande)

Extra

Bilancione occupato

Il progetto del Porto della Concordia minaccia di far scomparire gran parte della spiaggia di Fiumicino sud e devastare l’area del vecchio faro. Impaludato in una inchiesta giudiziaria, ha lasciato dietro di sè un cantiere fantasma. Ettari di mare e spiagge recintate e un degrado generale che rendeva inaccessibile un’area di grande valore storico culturale, oltre ad un luogo fisico ed emozionale significativo per gli abitanti di Fiumicino.

(da ilBilancione)

Accade allora che i luoghi si abitino di persone rifuggendo la regola della massificazione, dell’abbandono, dell’aberrazione e della speculazione. Succede che prendano ad animarsi vivaci, irrequieti, diversi proprio perché attraversati da vite, azioni, pensieri discordi. Prende vita il Bilancione occupato. (segue su LaTerraTrema)

(da ilBilancione)

Finisterre Tiberine

> la trilogia Gattesca dedicata alle Finisterre Tiberine, termine della futura Regina Ciclovia Tiberina. Riserva del Litorale, Foce, VecchioFaro, Idroscalo, ... quanti tesori intrappolati nella maledizione della LunaNera? Aiutateci a raccogliere memorie e visioni perché questi luoghi tornino a vivere! segue...

VecchioFaro

> Il VecchioFaro di Fiumicino da decenni giace abbandonato alla foce del Tevere. Aiutateci a raccontarlo, perchè il guardiano del mare torni a brillare! segue...

La Storia lungo il Tevere

> Il recupero della memoria dei luoghi e delle persone che hanno vissuto in compagnia del fiume millenario. segue...

Qua la zampa

>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).

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(Bilancione Occupato, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Bilancioni nelle Finisterre Tiberine
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