Regina Ciclarum

All’interno dell’Operazione Patronus – racconti dal basso e della rubrica sulla memoria, dopo la pagina sull’idroscalo, un approfondimento sul sogno di Roma marittima.

Roma Marittima, un sogno interrotto

(Giuliano Fausti Aiac – Associazione Italiana di Architettura e Critica, testo integrale su SIGEA supplemento 19)

Con la ratifica nel 1871 del trasferimento della Capitale da Firenze a Roma, si sancisce l’inizio del processo di attuazione del nuovo progetto strategico per la città. Il Regno d’Italia, già in essere da ormai dieci anni, era consapevole che la sua capitale doveva rappresentarlo in qualità di protagonista della storia urbanistica europea, e che doveva recuperare il gap di ritardo rispetto alle altre nazioni. L’Italia e l’Europa, senza Roma, non esistono. Roma e l’Italia, più di Atene e della Grecia, hanno gettato le basi culturali dell’Europa moderna, che si regge e si identifica sui loro insegnamenti, dal diritto all’architettura romana.

Roma non poteva essere solo un simbolo storico ed ideale della grandezza del Regno. Bisognava sancirne il nuovo ruolo strategico e prevedere il futuro sviluppo urbanistico. I terreni demaniali compresi tra Roma e il mare saranno per il nuovo Stato l’elemento chiave per lo sviluppo della nuova capitale, che dovrà diventare, secondo l’ottocentesca e positivista immagine dello stato moderno europeo, almeno in parte industrializzata, con la creazione del porto sulla costa e un canale navigabile fino ad Ostiense.

La Roma del 1880, soggetta alle esondazioni del Tevere, non era paragonabile alla salubrità della Parigi del tempo e all’idea della città moderna. Roma Capitale diviene uno dei più grandi cantieri d’Europa, innescando una necessaria trasformazione urbana, paragonabile soltanto alla Berlino degli anni ’90 del XX Secolo. Oltre alla creazione di Via Nazionale, di Corso Vittorio Emanuele, dell’asse di Via Nomentana, si procede alla realizzazione del grande monumento a Vittorio Emanuele a Piazza Venezia, che successivamente ospiterà il milite ignoto, il nuovo simbolo dell’Italia unificata.

La conquista di Roma verso il mare e l’idea della creazione un porto industriale sul litorale doveva iniziare con la bonifica delle paludi e successivamente si sarebbe attuata la trasformazione della zona Ostiense, realizzando strutture portuali collegate da un canale interno, come già ipotizzato da Garibaldi, e portato avanti fino al 1940. La bonifica delle paludi avrebbe inoltre affrancato la città dalla piaga millenaria di questo territorio palustre, la malaria. Il litorale romano era caratterizzato dalla presenza di stagni da Maccarese fino alla zona compresa tra Ostia e Fiumicino, e le frequenti epidemie malariche rendevano inospitale tutto il territorio intorno a Roma. Ricordiamo che solo a seguito della ricerca scientifica del dottor Giovanni Battista Grassi agli inizi del Novecento sarà possibile debellare il morbo; il territorio devastato da quasi 2000 anni da questa malattia, è potuto diventare luogo di espansione come lo vediamo oggi, vissuto da quasi 300.000 abitanti.

Il 1911 è un anno fondamentale. È l’anno del 50° anniversario dell’Unità d’Italia, in cui si decreta non solo la conquista della sponda africana e si festeggia l’Esposizione Universale romana, ma è l’anno della consacrazione del progetto dell’ingegnere e senatore del Regno Paolo Orlando. Già nel 1904 alla presidenza del “Comitato Pro Roma Marittima”, era fautore dell’idea del ruolo economico e commerciale che la Capitale del Regno d’Italia dovesse avere nel Mediterraneo. […]

Il nuovo regime negli anni ’20 eredita i piani urbanistici approvati e rilancia il grande affaccio di Roma sul Mediterraneo e cerca di attrarre capitali nazionali ed internazionali per farne una grande vetrina della nuova Italia.

Ma l’operazione non riesce. A fronte di investimenti ingenti dello Stato sul territorio – l’autostrada, la ferrovia, il grande stabilimento Roma, il collegio IV Novembre, ecc. – non si riesce a convincere investitori nazionali ed esteri ad scommettere sul progetto del Lido di Roma. Al di là della scelta politica, è necessaria la credibilità strategica e la sostenibilità economica del progetto per poter attrarre le risorse finanziarie.

(cartolina dalla collezione Viaggio in Italia)

Non aver realizzato il porto, se da una parte è stata la salvezza del sistema ambientale che oggi conosciamo – le dune e la pineta di Castelfusano – dall’altra ha decretato il fallimento del sogno di Roma Marittima. La grande crisi che coinvolgerà il mondo dal ’29 in poi farà sì che quei lotti demaniali già destinati a grandi alberghi, verranno riconvertiti per la realizzazione di palazzine e villini per la borghesia romana. L’operazione portuale avrebbe portato concentrazione operaia, cambiato lo sviluppo della città, e probabilmente questo non fu voluto. L’industria è lontana da Roma e non fa parte del tessuto sociale romano. […]

Persa la guerra, i simboli portati in auge negli ultimi 75 anni vengono meno. Lo stabilimento Roma non viene ricostruito. Il piano strategico della nuova Repubblica fa l’esatto contrario di quanto realizzato dal Regno d’Italia. Il nuovo sviluppo di Roma sarà ad est, Sistema Direzionale Orientale (SDO) detto asse attrezzato. Di conseguenza assistiamo al progressivo abbandono strategico del litorale. Da Lido di Roma il litorale diventa Lido di Ostia, luogo in cui scaricare il più lontano possibile tutte le problematiche di Roma. Con Amore tossico, il delitto di Pierpaolo Pasolini e Suburra, a ovest della città per l’immaginario collettivo non ci sarà più posto per Roma ma solo per il degrado. Il quartiere marittimo che sorgeva per ridare vita a Roma, è oggi “periferia dell’anima”.

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Extra

Idroscalo e imprese leggendarie

> L’aeroporto civile di Ostia fu una delle prime proposte in Italia di realizzazione di un “idro-aeroporto”: un complesso infrastrutturale dotato sia di superfici di terra che di acqua. Protagonisti gli idrovolanti e i piloti italiani, che con le prime crociere transatlantiche di massa scrissero una nuova pagina nella storia della aviazione. A suscitare molto stupore era il passaggio contemporaneo di aerei così maestosi.. segue...

Pineta di Castel Fusano

> La Pineta di Castel Fusano, nei pressi della foce del Tevere, è la più ampia area verde di Roma e dal 1996 fa parte della Riserva naturale Litorale romano. Duemila anni fa la linea di costa era molto arretrata, all’altezza di Ostia Antica circa, e dietro una fascia di dune si trovavano estese lagune. I terreni paludosi verranno bonificati in più riprese. Castel Fusano nel 1933 diventa il grande parco di Roma, meta giornaliera di migliaia di persone. segue...

Colonie estive

Tra gli oggetti che costellano le nostre coste, vi sono le colonie marine, un importante patrimonio edilizio – violentato dai fatti economici e dalla speculazione edilizia del secolo scorso – che in Italia rappresenta l’esplosione del fenomeno del turismo balneare ad opera del Fascismo. Erano anni in cui in Francia e in Inghilterra si conferiva, soprattutto agli edifici pubblici, un’impronta uniforme, mentre in Italia si scatenava la fantasia dei progettisti per rendere le colonie un punto di osservazione molto particolare: facendo risaltare soprattutto l’effetto scenografico, ovvero, producendo edifici “a forma di” navi, locomotive o aerei. Gli edifici acquisirono una monumentalità in grado di stupire e di lasciare l’impressione che il regime si prendesse cura dell’infanzia in maniera non banale. Non a caso le riviste specialistiche degli anni Trenta sottolineavano che lo scopo era quello di dare ai piccoli ospiti un ricordo delle strutture, ovvero che rimanesse indelebile nella loro memoria lo spazio in cui avevano trascorso le vacanze. segue…

Finisterre Tiberine

> la trilogia Gattesca dedicata alle Finisterre Tiberine, termine della futura Regina Ciclovia Tiberina. Riserva del Litorale, Foce, VecchioFaro, Idroscalo, ... quanti tesori intrappolati nella maledizione della LunaNera? Aiutateci a raccogliere memorie e visioni perché questi luoghi tornino a vivere! segue...

La Storia lungo il Tevere

> Il recupero della memoria dei luoghi e delle persone che hanno vissuto in compagnia del fiume millenario. segue...

Futura ciclovia Tirrenica

Il percorso rientra nella cornice della tappa laziale da Palidoro a Roma della futura ciclovia Tirrenica e all’interno dei tematismi  “Fari“, “Spiagge”, “Zone Umide” e  “Pinete“.

Qua la zampa

>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).

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(Ex colonia marina Vittorio Emanuele III, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Roma Marittima, un sogno interrotto
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